27 Maggio 2014 - GRAZIE LUGNANO !!!
"... Un risultato con proporzione così alte non me lo aspettavo … Ora mi sento addosso una grande responsabilità e per questo ci metterò tutta la mia voglia, determinazione e umiltà per essere il SINDACO di tutti x tutti ..!!!" ...

mercoledì 20 luglio 2016

POGGIO GRAMIGNANO 2016

Un successo di pubblico e partecipazione l'open day del 17 Luglio organizzato dall' Amministrazione Comunale di Lugnano al sito archeologico di Poggio Gramignano. 
Centinaia di persone tra cui molti bambini,  hanno preso parte a questa visita guidata da parte degli archeologi delle tre università americane che stanno effettuando la campagna di scavi insieme al l'archeologo Lugnanese Roberto Montagnetti. Molto apprezzate anche le magliette ricordo che sono state prese d'assalto come souvenir. Una giornata di sicuro valore promozionale per il nostro sito archeologico. Un plauso alla Protezione Civile locale per il sostegno logistico messo in campo in questo mese di scavi. Interessare ed educare alla conoscenza e all'uso consapevole il patrimonio è importante per appassionare i nostri giovani ragazzi ad una cultura di vero valore. In questo primo anno di scavi gli archeologi a Lugnano ci sono riusciti.
Bravi veramente !!!!!!!!!!!!!!!!!



Info Wikipedia: Poggio Gramignano
La necropoli dei bambini scoperta nei pressi di Lugnano, sulla sinistra idrografica della valle del Tevere, è un eccezionale ritrovamento archeologico di epoca tardo romana, consistente in una numerosa serie di sepolture che, sulla base delle ceramiche ritrovate, sono state datate intorno alla metà del Vsecolo. Una delle tante particolarità, da cui deriva il nome attribuito, dipende dal fatto che le sepolture riguardano esclusivamente corpi di bambini (in maggioranza neonati) e feti abortivi, in numero, rispettivamente, di 25 e 22.
Una numerosa serie di indizi suggerisce che le morti si consumarono tutte in un arco di tempo brevissimo; una circostanza questa che ha indirizzato gli studiosi verso l'ipotesi di una pestilenza. La ricerca delle esatte cause della morìa ha dato origine ad un fruttuoso filone di ricerca interdisciplinare che, con una serie di argomentazioni, è giunto alla conclusione di trovarsi di fronte alla prima evidenza archeologica della malaria.
Sono state inoltre riconosciuti i segni della persistenza, all'interno di un'area ormai da tempo cristianizzata, di antichi riti di stregoneria e di sacrifici pagani. Di converso, la mancanza di alcun segno di cristianità nelle sepolture, può addirittura lasciare prefigurare la sopravvivenza, nella tarda antichità, di una comunità ancora profondamente permeata da una religiosità pagana. L'unico segno riferibile ad un possibile influsso della spiritualità cristiana, può essere la stessa circostanza della sepoltura di bambini di così breve esistenza: si tratta infatti di un'usanza sconosciuta al mondo romano precristiano.
La scoperta fornisce lo spunto per importanti implicazioni sulla cronologia e sulla storia epidemiologica della penetrazione della malaria in occidente. Essa ha permesso inoltre di avanzare affascinanti ipotesi sul ruolo attivo che la malaria potrebbe aver giocato quale cofattore del declino del mondo antico. Ma paradossalmente, quella stessa epidemia che falcidiò i bambini di Lugnano potrebbe aver avuto un ruolo importante nel proteggere le antichità romane dalla distruzione, condizionando le scelte di Attila che, nel 452, rinunciò repentinamente al suo proposito di calare su Roma: una decisione di grande portata storica, ma la cui genesi non trova altrove una convincente spiegazione.